The Battle at Garden's Gate - Greta Van Fleet (album 2021)
- flaviacaristi
- 2 feb 2023
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 28 feb 2023
Valutazione: 9 / 10
CAPOLAVORO.
The End.
...
No, scherzo! :)
Qualche parola voglio spenderla a favore di questo meraviglioso album.
The Battle at Garden's Gate della rock band originaria del Michigan, i Greta Van Fleet, è un album che lascia senza parole e fa rimanere senza fiato l'ascoltatore ininterrottamente dall'ascolto della prima fino all'ultima traccia.
E' un album profondamente rock: contiene infatti 12 tracce e ha la notevole durata di 1 ora e 3 minuti.
Oggigiorno è infatti raro che un album di sole 12 tracce superi i 50 minuti: non siamo più negli anni '60 e '70...purtroppo. Oggi gli artisti vengono disincentivati dalle case discografiche a produrre album aventi canzone troppo lunghe che non potranno poi essere trasmesse in radio.
Però, per fortuna esistono i Greta Van Fleet i quali rivendicano la propria libertà creativa marciando controcorrente e ispirandosi ai grandi della musica rock e blues (per esempio: Led Zeppelin, The Doors e tanti altri).
The Battle at Garden's Gate (2021) è il secondo album in studio dei Greta Van Fleet; il primo album è Anthem of The Peaceful Army (2018). La band ha però pubblicato anche due EP, riuniti successivamente in un unico album From The Fires (2017), il quale è stato talmente acclamato dalla critica da aggiudicarsi perfino il premio Grammy per Miglior Album Rock nel 2019.
Appare ormai chiaro ai fan della band che i Greta Van Fleet stiano narrando una storia che si articola nelle tracce dei vari album: una scintilla dà vita ad una fiamma di ribellione alimentata di generazione in generazione da un esercito pacifista che avanza, a ritmo di un inno incalzante, verso un giardino circondato da un cancello (e cosa ci sarà oltre il cancello? Lo scopriremo soltanto ascoltando i futuri album! Non ci resta che attendere.)
Sembra quasi un romanzo fantasy ambientato in epoca medievale! Ma non è così. Infatti, la band affronta nelle tracce musicali temi moderni che affliggono l'umanità intera: la guerra, la sofferenza, la tecnologia che sta gradualmente soppiantando l'uomo, l'avidità della razza umana, ma anche la pace, la speranza, la resilienza, l'armonia che l'uomo riscopre stando a contatto della natura.
Sembra quasi che la band miri a sfatare il motto "sesso, droga e rock'n'roll"!
Il gruppo è lontano anni luce dall'idea di trasgressione tipica dei decenni '60 e '70, bensì procede verso un'idea di rock'n'roll moderna, pur mantenendo un rapporto di rispetto reverenziale nei confronti del rock tradizionale.
L'album The Battle at Garden's Gate possiede tutti gli elementi rock tipici della tradizione (lunghi assoli di chitarra, acuti della voce, bass lines difficili da dimenticare, batteria incalzante) misti ad accordi di pianoforte (e organo) e a graffianti note dettate da violini che donano all'album una dimensione ultraterrena.
La band ha ammesso infatti di aver tratto ispirazione dai grandi compositori di colonne sonore del '900: Ennio Morricone (le tracce Broken Bells e The Barbarians sono delle chiare dediche agli spaghetti western di Sergio Leone e soprattutto alla colonna sonora del film Il Buono, Il Brutto e Il Cattivo), John Williams e Hans Zimmer.
Dal canto mio, io AMO da sempre le colonne sonore e sarà proprio per questo motivo che l'album dei Greta Van Fleet mi ha immediatamente affascinata.
Eventuali critiche rivolte all'album? Nessuna, in realtà.
E' chiaro che alcuni riff di chitarra contenuti in Anthem of The Peaceful Army son richiamati anche in The Battle at Garden's Gate per via della trama comune che la band sta strutturando e narrando nel corso dei vari album; quindi, ecco spiegata la ripetitività che magari alcuni ascoltatori potrebbero evidenziare.
Inoltre, è vero che unire colonne sonore e musica rock possa sembrare una scelta azzardata, ma l'abbinamento in questo caso non stona nè da un punto di vista strettamente musicale nè da un punto di vista evolutivo della band.
I Greta Van Fleet hanno spesso ammesso, d'altronde, di voler spaziare il più possibile nel panorama rock mondiale; infatti, il loro terzo album conterrà anche del rock psichedelico, misto al blues (genere costantemente presente nelle tracce del gruppo).
Punti di forza della band? Sono tanti.
1) la band è composta da 4 membri, nati tra il 1996 e 1999: 3 fratelli Kiszka (Josh alla voce, Jake alla chitarra, Sam al basso e al piano) e un amico storico, Daniel Wagner, che suona la batteria. Il fatto che siano giovani non è un dettaglio da sottovalutare poiché possono essere proprio loro ad attrarre pubblico giovane e a dare una seconda vita al genere rock che si considera ormai scomparso (e, devo ammettere, che, sì, è vero: sono loro i prescelti a ravvivare la musica rock!).
2) benché giovani, sono cresciuti in degli ambienti dove la musica è stata sempre considerata pietra d'angolo della cultura intima della persona: sono stati fin da piccoli abituati all'ascolto di vinili di qualità e al libero utilizzo di svariati strumenti musicali. Tutti i membri della band, infatti, sanno suonare ben più di uno strumento a testa e, tenendo in considerazione ognuna di queste informazioni a loro riguardo, è chiaro, anzi, cristallino!, il perché essi abbiano successo non soltanto tra i giovani, ma, soprattutto tra persone nate e cresciute negli anni '60 e '70 in compagnia dell'autentico roboante rock.
3) i membri della band hanno ricevuto una buona educazione da parte delle famiglie: hanno vinto un premio Grammy per Miglior Album Rock, eppure umilmente ammettono di dover fare ancora molta strada per migliorare (in realtà, in un'intervista hanno ammesso di non ricordare nemmeno dove il premio Grammy sia collocato in casa: probabilmente nel bagno, dicono!). Hanno grinta e smania di divertirsi facendo musica, non facendo troppo caso ai premi ottenuti: la passione e il divertimento vengono prima di tutto.
Infine, ultima informazione: l'album è stato prodotto da Greg Kurstin.
Greg...beh... è UNA GARANZIA.
Buon ascolt... SUBLIME ASCOLTO ascolto a tutti voi.
Flavia :)

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